Nellarco delle violazioni al programma di protezione cui è sottoposto, Felice Graziano ha aggiunto ieri una nuova freccia. Stavolta è stato lo stesso collaboratore di giustizia, un tempo elemento apicale del clan Graziano, a svelare un particolare che ha provocato la veemente reazione del penalista Raffaele Bizzarro, che ha invitato il pm antimafia (evidentemente alloscuro di tutto ndr) ad assumere provvedimenti circa quanto riferito pochi minuti prima dal collaboratore in videoconferenza da uno dei siti remoti del Servizio Centrale di Protezione.
Tutto è avvenuto nellambito del procedimento ai danni di un imprenditore di Quindici e ai suoi due figli, accusati dalla Dda di Napoli di aver minacciato un congiunto di Felice Graziano, ritenendolo colpevole a causa della sua parentela con lex boss di aver cagionato larresto di un loro congiunto, finito nel blitz contro la costola del clan guidata da Adriano Sebastiano Graziano. Lultimo testimone in aula ad essere ascoltato davanti ai magistrati del Tribunale Collegiale di Avellino, presidente Calise, a latere Landolfi e Spella, è stato proprio il pentito Graziano. Ed una sua dichiarazione ha fatto scoppiare il caso.
Graziano, detenuto dal 2008 e soggetto al programma di protezione dal maggio di quellanno, in riferimento alle minacce ricevute dal cugino di quinto grado risponde: «Sì, ci siamo visti e ha detto che era stato costretto a scappare da Quindici, perchè altrimenti lo ammazzavano. Che era stato picchiato da Cesare e dai figli e che gli avevano anche detto; se vai a refertarti in ospedale ti uccidiamo, perchè sempre lo veniamo a sapere». Unoccasione ghiotta per il penalista Bizzarro, che in base alla ricostruzione dei tempi della vicenda giudiziaria, ha capito che qualcosa non andava. Infatti, prima del collaboratore di giustizia, davanti alla Corte era stato ascoltato il maresciallo Nunzio Fiore Colella, in servizio presso il Nucleo Investigativo dellArma e allepoca investigatore che seguì il caso delle minacce al congiunto di Felice Graziano. Proprio lui, su specifica domanda, ha riferito che Antonio Santaniello era stato sottoposto al programma di protezione dei testimoni lotto gennaio del 2011.
Quindi, Felice Graziano, già detenuto ai domiciliari per unaltra violazione al programma di protezione, avrebbe incontrato il suo congiunto, anchegli collaboratore di giustizia in una fase in cui la legge vieta contatti con altri collaboratori. Lo stesso Graziano lo spiega ad una precisa domanda del difensore dei tre imputati, quando Bizzarro gli chiede cioè «Quando, come e dove vi sono state riferite queste circostanze da parte di Antonio Santaniello?». Graziano ha testualmente risposto: «Lho incontrato quando è stato sottoposto a programma di protezione dei testimoni».
Non è lunico dato emerso durante ludienza. Infatti, mentre i militari dellArma hanno riferito che non risultavano periodi di lavoro del Santaniello alle dipendenze dellimputato, Bizzarro ha fatto emergere come invece ci sia unindagine della Procura di Avellino, quella dove Santaniello è stato querelato dai tre imputati, per cui sono state delegate indagini ai militari della Stazione dei Carabinieri di Quindici. Unudienza accesa, quella di ieri. Nella prossima saranno ascoltati testi della difesa e imputati.

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