Roma, 5 ago. – Il “basso profilo” adottato negli ultimi anni “per eludere l’attenzione investigativa” ha lasciato il posto ad “un innalzamento del livello della sfida” e ad “una desueta protervia, manifestata attraverso ripetuti atti intimidatori e minacce nei confronti di esponenti della magistratura siciliana e delle istituzioni locali, nonche’ di rappresentanti di organizzazioni pubbliche e private impegnati, a vario titolo, nella lotta antimafia”. A lanciare l’allarme e’ l’ultima relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia. “In un una situazione cosi’ delicata e in presenza di profili di rischio cosi’ elevati – scrivono gli analisti della Dia – si avverte la necessita’ di intensificare le attivita’ preventive e di analisi, al fine di cogliere con la massima anticipazione possibile gli eventuali cambi di postura da parte dei sodalizi mafiosi”. La relazione disegna una organizzazione “tuttora alla ricerca di nuovi equilibri” e “protesa a recuperare il proprio predominio sul territorio” anche se “la mancanza di una leadership nella pienezza dei poteri impedisce la definizione di strategie operative di vasto respiro e fa si’ che l’organizzazione sia ancora influenzata dalle direttive provenienti da capi detenuti e latitanti, ben piu’ autorevoli degli emergenti”.

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