Dopo Sophia Loren, il 28 settembre tocca a Brigitte Bardot compiere 80 anni. Ed è incredibile pensare che nonostante B.B. si sia ritirata nel ’73, a soli 39 anni, il suo mito è ancora oggi intatto. Da allora si è fatta notare solo per le sue battaglie animaliste, cercando quasi di fare dimenticare di essere stata l’innarivabile bomba erotica del cinema europeo del secolo scorso. Prima donna (nel 1967) a essere ricevuta in pantaloni all’Eliseo dal generale Charles de Gaulle, Legione d’onore nel 1985, la Bardot è una stella che non si è mai spenta. Sul suo personaggio si è scritto tantissimo, c’è persino un saggio di Simone de Beauvoir, si sono girati film e costruiti programmi tv (nel 1983 ha rilasciato alla tv francese l’ultima lunga intervista).
Avviata alla danza fin da bambina, proveniente da una famiglia borghese, Brigitte finisce sulla cover di Elle a 15 anni. L’approdo al cinema è naturale, grazie a a Jean Boyer che esalta la sua incredibile bellezza in una piccola parte di Il buco normanno (1952) e a Marc Allégret che la vuole in Ragazze folli (1954). Ma è soprattutto a Roger Vadim che la sposa nel 1952 e la guida nella sua carriera mandandola a scuola di recitazione da René Simon ad essere fondamentale per il suo successo. Ed è con Piace a troppi (1956) che esplode il personaggio di B.B. Spregiudicata e convenzionale al medesimo tempo, Brigitte è la nuova, devastante, versione della donna bambina, dalle labbra perennemente imbronciate e dal corpo esibito e provocante.
Un perfetto mix di candore, spudoratezza, innocenza, indifferenza esibito con una naturalezza che lascia senza fiato. Nei primi anni Sessanta diviene un fenomeno divistico planetario che rivaleggia con quelli di Hollywood. I film che interpreta vengono costruiti sulla sua immagine, anzi spesso vengono prevaricati dalla figura dell’attrice e dall’interesse morboso per le vicende della sua vita: il divorzio da Vadim (nel ’57), il matrimonio con Jacques Charrier, la nascita di un figlio, il divorzio, un tentativo di suicidio, le nuove nozze con il playboy Gunther Sachs (1966), l’ultimo matrimonio con il politico di estrema destra Bernard d’Ormale. Su alcune di queste vicende nel ’62 Louis Malle firma Vita privata, dove la Bardot interpreta se stessa. Fra i ruoli drammatici non si può non ricordare La ragazza del peccato (1959) tratto da Simenon, dove seduce un avvocato sessantenne (Jean Gabin). Nel ’60 con La verità Clouzot le fa incarnare l’amore romantico, mentre Godard con Il disprezzo (1963) mette in scena con sguardo ironico il corpo della star nel classico “modello” della bellezza al bagno. Ma è nella commedia che B.B. dà il meglio, per citare un solo titolo scegliamo Viva Maria (1965) di Louis Malle dove è in stato di grazia al fianco di una grandissima Jeanne Moreau.RADIO PIAZZA NEWS