NAPOLI – Via libera dalle Regioni ai tagli su giunte e consigli. I governatori hanno deciso infatti ieri di chiedere al governo un «decreto Legge che garantisca un percorso veloce e uniforme, nuovi parametri per Regione relativi a tutti i costi della politica, che prendano le mosse dalladozione di criteri standard al fine di promuovere lomogeneizzazione delle diverse situazioni regionali. I punti sono i seguenti: riduzione parametrata di tutti gli emolumenti percepiti dai Consiglieri, dai Presidenti e dai componenti della Giunta; Riduzione del numero dei Consiglieri e degli Assessori in piena attuazione dellart. 14 del Decreto Legge 138 del 2011. In tale senso andranno adeguati, ove occorra, gli Statuti entro il 31 dicembre 2012.
E poi: limitare e uniformare, sulla base di criteri omogenei, la spesa dei gruppi consiliari, eliminando i benefit sotto qualsiasi forma, riconoscendo esclusivamente il finanziamento delle spese riferite alle funzioni politico-istituzionali dei gruppi. Tali spese debbono essere sottoposte al controllo della Corte dei Conti garantendo la piena trasparenza; Eliminare la possibilità di costituire nuovi gruppi che non abbiano corrispondenza con le liste elette; Fissare il numero delle Commissioni consiliari permanenti e/o speciali, prevedendo la possibilità di costituirne da un minimo di 4 ad un massimo di 8, in base al numero dei Consiglieri».
Punti sui quali, si legge nel documento, «il Governo ha il sostegno di tutte le Regioni Italiane che chiedono che vengano stabilite delle sanzioni per i non adempienti».
Il documento porta la firma anche del governatore della Regione Campania Stefano Caldoro che nellincontro ha riproposto il problema dei criteri di ripartizione dei fondi della ex Bassanini.
La Regione Campania è in lotta perché rischia di perdere circa cinque milioni di euro, che rappresentano il 10% dei 50 di premialità alle Regioni. Una modifica normativa del 2011 infatti introduce tra i criteri di distribuzione dei fondi un rapporto tra spesa del personale e corrente uguale o inferiore alla media nazionale. La Campania sarebbe fuori nonostante i tagli fatti in questi ultimi anni a compensi e indennità dei consiglieri. Ne beneficerebbero Lombardia, Veneto, Lazio, Toscana ed Emilia-Romagna.
«Non possiamo pagare per colpa del criterio della spesa storica – dice Caldoro – Vanno individuati criteri diversi, occorre il riconoscimento, attraverso le norme, della riduzione e del contenimento dei costi. E questo deve valere in assoluto».
Per il governatore «il lavoro che dovremo fare con il Governo tecnico, che dovrebbe essere attento a dare e garantire equilibrio al Paese, è intervenire su queste norme che penalizzano in particolare alcune Regioni, non tutte del Mezzogiorno. Non è una questione di rivendicazioni territoriali ma di merito. E su questi grandi temi dovremo avere un confronto con il Governo

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