Quando è stata coniata la rinomata frase “il cane è il migliore amico dell’uomo”, non si è tenuto di certo conto di quanto disumano fosse l’ uomo. Lo conferma il fenomeno del randagismo che segue una linea drammaticamente in ascesa, malgrado il maltrattamento degli animali sia considerato reato previsto e punito dagli artt. 544 ter e 727 del c.p. E’ un fenomeno che si ripete con intensità maggiore nella stagione estiva, quando numerosi padroni spietati decidono di disfarsi dell’amico a quattro zampe prima delle vacanze.
Abbondano questi episodi raccapriccianti e con essi la perdita graduale di sensibilità umana, la cui gravità risiede tanto nell’infondatezza di tali azioni, quanto nell’innocuità delle vittime. E’ certo: l’uomo ha perso di vista uno dei principi cardini dell’esistenza: l’amore per la vita in tutte le sue svariate forme, e il rispetto di esse. Se è vero che la situazione vigente è di emergenza, essa non può durare in eterno: occorre reagire! Una soluzione ottimale per mitigare il randagismo sarebbe quella di investire nell’adozione e nella sterilizzazione dei piccoli nomadi. Per quanto concerne il maltrattamento a cui troppe volte si giunge, uno scuotimento delle coscienze non sarebbe sufficiente, se le già esistenti leggi tutelanti gli animali, non riescono a prevenire episodi disarmanti. Occorre, ergo, svincolarsi dalla trappola soffocante dell’omertà e denunciare alle autorità giudiziarie, gli episodi di maltrattamenti di cui veniamo a conoscenza. Del resto, quando dei soprusi agonizzano ignorati per colpa di uomini senza cuore, siamo tutti colpevoli.
Santina De Stefano