Casamarciano Nella affascinante cornice della Chiesa Badiale di S. Maria del Plesco, nello spazio antistante,  va di scena la seconda edizione del Festival del teatro Città di Casamarciano. A ospitare la kermesse, promossa dalla locale amministrazione, con il patrocinio della Regione Campania e della Provincia di Napoli, vi è uno scenario di una certa caratteristica storica. La manifestazione, programmata dalluno al 10 settembre 2012, è stata presentata ufficialmente giovedì 12 Luglio 2012 alla presenza di numerose autorità politiche ed artistiche, tra cui il sindaco del Comune di Casamarciano,  Andrea Manzi. Tante le novità che sono state previste per ledizione 2012 del Festival Nazionale del Teatro. Le compagnie teatrali scelte dal direttore artistico Totò Nicosia, e che si sfideranno nella spettacolare cornice della Chiesa Badiale di S. Maria del Plesco, secondo programma, agli inizi del mese di settembre, rispetto alla prima edizione, sono passate da quattro a sei e provengono dalla Lombardia, dal Lazio, dallAbruzzo, dal Veneto e infine dalla Campania. Proporre teatro alla gente: Il Festival rientra nel progetto più ampio e annovera oltre al Festival, i Sentieri dellArte, la Rassegna di Lirica, Arte e Danza  ed i Sentieri del Gusto, rassegna enogastronomica di prodotti tipici. Ad aprire il Festival, 1 settembre, è stata la Compagnia teatrale romana Divieto di Affissione, che ha  presentato la commedia Scusaci Dumas per i tre Moschettieri. Chiuderà il concorso sabato 8 settembre la Compagnia milanese del Gruppo Teatro Tempo di Curugate, che proporrà la commedia in due atti Rumors Pettegolezzi. Domenica 9 settembre, serata di premiazione presentata da Rosy Abruzzo e Stefano Antonucci, e che vedrà la presenza di numerosi artisti del mondo dello spettacolo e della cultura tra cui, quali ospiti donore, Enzo Garinei, Mariano Rigillo e infine Valentina Stella.  Una qualificata giuria tecnica presieduta da Rosario Galli, assegnerà i premi alla Migliore Compagnia, al Migliore Attore Protagonista, alla Migliore Attrice Protagonista e alla Migliore Regia. Nel panorama della Rassegna è prevista anche una giuria popolare che assegnerà il premio alla compagnia più votata dal pubblico. Lunedì sarà la Compagnia locale a chiudere la kermesse con la nota commedia Miseria e Nobiltà di Eduardo Scarpetta per la regia di Emilio Napolitano. Abbiamo seguito una compagnia quale esempio di queste belle serate estive o per di meglio di ormai chiusura estiva, dove il pubblico ha affollato i 750 posti disponibili nello spazio aperto: il gruppo teatrale  lEstravagario Teatro di Verona che ha presentato Balera Paradiso. Lopera di Alberto Bronzato e Riccardo Pippa per la regia dello stesso Bronzato è una sorta di film muto di forse non nostalgica memoria, dove si alternano canti e balli e gestualità sapientemente assortiti, per raccontare molto di più se si usassero più di migliaia di parole, per portare in scena e ripercorrere la storia dellItalia, dal secolo scorso a oggi. Lo stesso regista racconta, in un piccolo opuscolo di presentazione della rassegna: Dopo aver visto nel 1983 <<Ballando Ballando >> di Ettore Scola, nella mia testa ha cominciato a girare lidea che poteva essere uno splendido spettacolo; scopri poco dopo che in origine era veramente uno spettacolo teatrale: Le Bal, del francese Thèatre du Campagnol sul quale Scola trasse il film. Si tratta di una balera vista nelle varie epoche e da qui che è nata ldea di Balera Paradiso e la sua drammaturgia. Canti, suoni, balli; non cè bisogno di parole per raccontare la vita in fin dei conti! La scena si svolge in una qualsiasi balera di provincia e ne ripercorre la storia a cominciare dagli anni trenta fino agli anni settanta: niente battute solo musica e balli rituali! Ecco allora in scena i momenti storici della guerra di Abissinia, il secondo conflitto bellico mondiale nonché la fine delle ideologie. Sul palcoscenico personaggi in cerca di compagnia: piccole storie che incontrano la storia quella più generalmente parlando e ne fanno parte e ne subiscono il tempo che passa. Lo spettacolo è una metafora del tempo che passa.

                                                                                                               Antonio Romano

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