“Spero davvero che non sia l’ultima perche’ ci sono ancora alcune cose da correggere”. Così il comandante Gregorio De Falco durante lo svolgimento dell’esercitazione Liburnia 2014, simulazione di un incendio a bordo di un traghetto organizzata dalla Misericordia di Livorno e 118, con Capitaneria di porto, vigili del fuoco e operatori portuali. “Conto di continuare a servire lo stato come ho sempre fatto – ha aggiunto – purchè sia fatto da una posizione dove io possa continuare a rendere il mio servizio”. “Ho fatto 20 anni di servizio in Capitaneria, e dieci anni di carattere operativo, se dovrò tornare a fare quelle amministrative lo farò, l’importante che siano serie e reali e che consistano in un vero e proprio servizio al cittadino. Il trasferimento e’ un pezzo di carta, non e’ un atto di cui ho responsabilità, le domande fatele a chi ha firmato quell’atto”, ha detto poi ai giornalisti. “Il comando generale ha parlato di normale avvicendamento – ha proseguito De Falco – In questo momento non posso dire altro, se non attraverso le valutazioni giuridiche dei miei legali a cui mi sono affidato. In commissione in Senato parlerò di fatti non di sensazioni”, ha concluso.
Gabrielli: “Eroi sono stati gigliesi e sub”
”Ho grande stima per il comandante De Falco ma penso che su questa vicenda si faccia una rappresentazione esaqerata oggi così come lo fu allora. I veri eroi del disastro della Concordia per me sono stati i gigliesi e i sommozzatori che hanno rischiato la vita per recuperare i resti delle vittime in fondo al mare o nella parte sommersa della nave”. Lo ha detto il capo della protezione civile, Franco Gabrielli, oggi a margine della cerimonia conclusiva delle giornate pisane di protezione civile. ”L’ammiraglio Angrisano – ha aggiunto – ha chiarito bene, e lo dico da persona che proviene da un’amministrazione ove è presente un’organizzazione gerarchica come la polizia, la natura di certi avvicendamenti e non trovo quindi che vi sia necessità di tutto questo clamore anche se comprendo che ciascuno, personalmente, possa vivere queste situazioni in un certo modo. Non credo però che si tratti di un caso nazionale, ma di un modo di rappresentare la realtà, come dire?, un po’ all’italiana”. In precedenza, lo stesso Gabrielli, nel suo intervento pubblico alla cerimonia aveva definito ”bischerate” le dichiarazioni fatte negli anni passati anche da certi politici dicendo ”che si doveva risollevare l’Italia così come si risollevava la Concordia”. ”Non è questo – aveva spiegato – il modo migliore per rappresentare un processo complesso dove il settore pubblico, insieme all’intervento privato, ha saputo dare prova di efficienza”.