Nell’ordinanza del tribunale, diffusa solo ieri, si ricostruisce il presunto furto dal grande magazzino di sei magliette di marca del valore di 1.200 euro. Il racconto dell’imputato, a dire del giudice, “non è allo stato scalfita da alcun elemento probatorio contrario”. E coloro che hanno provveduto all’arresto “non hanno visto alcunché dell’azione asseritamente furtiva”.

Era stato invece convalidato l’arresto per l’amica che nascondeva un cacciavite nella borsa, lo stesso usato per rimuovere l’anti-taccheggio dalle magliette

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