Entro Natale ci dovrebbero essere almeno altri due bambini nati dopo che la mamma ha subito un trapianto di utero, oltre al primo nato pochi giorni fa. Lo afferma Mats Brannstrom, il ricercatore dell’università di Goteborg che ha messo a punto la tecnica ospite in Italia del simposio sulla procreazione organizzato da Tecnobios.
Per Brannstrom la nascita del primo bambino è stata ‘speciale’. ”Oltre a coordinare il trapianto di utero come ginecologo ho fatto anche il cesareo – racconta -. Un cesareo è un’esperienza meravigliosa in ogni caso, ma in questo è stata speciale”.
Ed entro un paio d’anni si potrebbero avere anche in Italia i primi trapianti di utero come quello che ha permesso di far nascere un bambino pochi giorni fa in Svezia. Brannstrom ha messo a punto la tecnica che ha richiesto 15 anni di studi: ”Credo che arriverà anche da voi – ha affermato l’esperto -. La procedura coinvolge sia ginecologi che esperti di trapianti, e richiede molto allenamento su modelli animali. Credo proprio che si espanderà anche in Italia, ci vorranno però un paio d’anni”. La parte più complessa della procedura, spiega Brannstrom, è l’intervento di trapianto. ”Per l’espianto dell’organo e il successivo impianto servono 15-18 ore – afferma l’esperto -, è un tempo molto lungo ma nonostante la complessità dell’intervento le pazienti non hanno avuto problemi. Sono convinto comunque che con il passare del tempo e l’aumento del numero di interventi diminuirà anche il tempo necessario”