Sarebbe imputabile ad alcune distinte partite di frutti di bosco, l’epidemia di epatite A che dal 2013 si sta diffondendo in Europa e anche in Italia.
L’Autorita’ europea per la sicurezza alimentare (Efsa), in collaborazione con il Centro per il controllo delle malattie europeo (Ecdc) e con gli stati membri coinvolti (Italia, Irlanda, Olanda, Polonia, Norvegia, Francia e Svezia e specialisti di tracciabilita’ dall’Istituto federale tedesco per la valutazione del rischio), ha condotto un esercizio di tracciabilita’ per identificare l’origine dei frutti di bosco contaminati dal virus dell’Epatite A (Hav) responsabili dell’epidemia. Il report sul lavoro di tracciabilita’ sintetizza le indagini epidemiologiche, virologiche, alimentari condotte nei Paesi coinvolti e identifica in totale 14 lotti di frutti di bosco misti e due relativi a prodotti di pasticceria contaminati dall’Hav in Italia, Francia e Norvegia. In Italia, dal 1 gennaio 2013 al 31 maggio 2014 sono stati notificati 1300 casi di Hav (che rispondono alla definizione di caso europea), con un calo progressivo del numero dei casi, solo dal marzo di quest’anno. Non e’ stata ancora identificata una sorgente che colleghi tutti i casi relativi all’epidemia europea. ”Le ipotesi emerse dal lavoro svolto – si legge sul sito Epicentro – riguardano delle partite di frutti di bosco surgelati di specifica importazione: il ribes rossi di produzione polacca e le more della Bulgaria. Come regola di prevenzione, oltre a quelle strettamente connesse all’igiene nella produzione agricola, si sottolinea l’importanza di far bollire i frutti di bosco per almeno due minuti prima di consumarli”.