Benigni “Non rubare”, il settimo comandamento, “e’ un comandamento per noi italiani. E’ un comandamento ad personam, pare che Dio l’abbia scritto direttamente in italiano”. Lo ha detto Roberto Benigni durante il suo speciale su Rai1 dedicato ai Dieci Comandamenti. “Sembra che con questo, Dio ci ha riservato un trattamento di favore, e a Mose’ che gli chiedeva perche’ l’ha scritto in italiano ha risposto ‘so io Mose’ perche’, lo capirai tra tanto tempo’”. Benigni ha aggiunto “sembra proprio che Dio si rivolga a noi nella nostra lingua, e cosi’ come ci ha donato le Alpi, il mare, ci ha dato un comandamento tutto per noi. Questo li stacca tutti, nel mondo”.
Il comandamento “non rubare” e’ il meno seguito, “non ce ne importa niente. Forse qualcuno pensa che sia formulato male eppure e’ cosi’ semplice. ‘Non si capisce bene…e’ fumoso’, direbbe qualcuno. Ma lo capirebbero anche i bambini, e infatti in Italia lo capiscono solo i bambini” – ha scherzato Benigni. “A volte c’e’ stima per il ladro, vengono anche applauditi, e quelli che rubano non si vergonano piu’, nemmeno se gli dici ‘ladro’, che e’ infamante. Quando li prendono si vergonano perche’ si sono fatti beccare e non perche’ hanno rubato”.
E poi – ha aggiunto Benigni – c’e’ sempre una giustificazione. Ci sono “grandi uomini d’affari, grandi manager che sono li’ a studiare dalla mattina alla sera come rubare. Hanno gli autisti, le segretarie, e quelli che si fanno corrompore sono moltissimi. Si rimane incredubli che lo facciano per pochi soldi, lo abbiamo visto in questi giorni, pochi euro al mese. Uomini che si vendono, si fanno comprare, non si rendono conto che quello e’ il gradino piu’ basso dell’umanita’. Vendere la propria anima per pochi soldi, farsi comprare e’ terribile. Pensate alla frattura che c’e’ tra il fine altissimo per il quale siamo stati creati e queste cose”.
Benigni ha detto quindi che “ogni riforma dovrebbe avere come norma fondamentale il settimo comandamento: non rubare, e la condizione dev’essere la restituzione dei soldi”. Quindi il riferimento ironico alle misure del governo contro la corruzione: “Ora il governo si appresta a fare questo, il ladro deve restituire i soldi. Ma prima non c’era questa cosa? Io sono rimasto a bocca aperta quando ho sentito che da ora in poio si deve restituire quanto rubato. Che idea straordinaria, ma prima non era venuta a nessuno?”. “Bisogna restituire tutto, anzi il doppio, il quadruplo come dice la Bibbia – ha proseguitoBenigni — Non e’ facile scoprire, e’ cosi’ infiltrato il tutto che non si riconosce piu'”.
C’e’ poi un’ultima invenzione: “arricchirsi impoverendo gli altri.
Mettono sul lastrico migliaia di famiglie, nazioni intere e loro brindano. Non c’e’ vergogna a rubare: la regola negli affari e nella finanza e’ l’opposto di quello che dice la Bibbia, ora e’ ‘fai agli altri quello che non vuoi sia fatto a te’. E’ illegale perche’ cosi’ muore il mercato. Non rubare e’ la condizione necessaria per la salvezza dell’anima e del mercato”. Benigni ha sottolineato anche che “a noi italiani piace rubare a noi stessi, quanto ci piace…Rubare alla collettivita’ e’ un piacere. Pensate ai falsi invalidi, a quelli che si fanno timbrare il cartellino, agli evasori fiscali”.
“Chi non lavora e’ umiliato, anche questo e’ rubare”.
Lo ha detto Roberto Benigni parlando del comandamento. “Come pure organizzare il lavoro con orari impossibili, forsennati…
si toglie il respiro alla gente, la forza di un progetto, la speranza”. Questo e’ “rubare la vita, non si e’ liberi di vivere. L’uomo piu’ ricco del mondo e’ quello che possiede se stesso. C’e’ l’illusione che avere signifihi valere. La Bibbia insegna altro, insegna che e’ gloriosa la generosita’, e’ gloriosa la liberta’, e’ gloriosa l’onesta’, e’ gloriosa la vita”.