Calano le nascite, al minimo, anche da madri straniere. Nel 2014 il saldo demografico dice che cinquemila neonati in meno nel 2014 rispetto all’anno precedente e circa 4 mila morti in meno. È il quadro demografico tracciato dall’Istat in cui si sottolinea che il tasso di natalità è “insufficiente a garantire il necessario ricambio generazionale”.

La popolazione residente ha raggiunto i 60 milioni 808 mila residenti (compresi 5 milioni 73 mila stranieri) al primo gennaio 2015 mentre i cittadini italiani continuano a scendere – come ormai da dieci anni – e hanno raggiunto i 55,7 milioni (-125 mila rispetto all’anno precedente).
Sono 509 mila le nascite, il livello minimo dall’Unità d’Italia. I morti sono 597 mila unità. Il tasso d’incremento naturale è di 1,4 per mille. Il numero medio di figli per donna è pari a 1,39, come nel 2013 (nel 2010 era 1,46) a fronte di una media Ue di 1,58 (2012); per le straniere 1,91 (a queste è attribuito il 19% delle nascite totali), nel 2013 era il 2,1. L’età media al parto sale a 31,5 anni.

Al Trentino Alto Adige il primato per natalità (9,9), segue la Campania (8,9). Agli ultimi posti la Liguria (6,9) e la Sardegna (7,1). In Liguria anche il più alto tasso di mortalità (13,2 per mille).
Sale l’aspettativa di vita: per gli uomini si è giunti a 80,2 anni e per le donne a 84,9. Il saldo migratorio netto con l’estero è pari a +142 mila unità (valore minimo degli ultimi cinque anni).
 Infine il Nord è interessato da un flusso netto di migranti interni dell’1 per mille, il Centro dello 0,9. Nel Mezzogiorno si riscontra un tasso migratorio interno netto pari a -2,1 per mille residenti.  da t.g.3 radio piazza news

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