Marigliano si ritrova ancora una volta commissariata. Da ieri la città ha archiviato l’ennesima amministrazione, durata poco e “bruciata” dalle dimissioni di una maggioranza che era stata sconfitta al ballottaggio. Incongruenze di una legge elettorale che genera anche questo. Per Sorrentino non c’è stato scampo e a palazzo di città è ritornato il commissario. Ora si guarda alla prossima tornata elettorale; al periodo utile per riaprire i seggi, per rieleggere gli organi di governo. Il ministero degli Interni definirà tempi e modi già nei primi giorni di agosto.

Due le ipotesi temporali che saranno valutate. Novembre con il ritorno al voto delle regioni Calabria ed Emilia Romagna e della città di Venezia, per la quale il Viminale vuole garantire al più presto il ritorno a una gestione politica ordinaria. Per consentire il voto anche a Marigliano dovrebbe essere varato un turno straordinario che porterebbe alle urne tutti i comuni che si sono sciolti per azioni di sfiducia. Nel caso in cui il decreto ministeriale ad hoc non venisse emanato, allora si andrebbe al voto nella prossima primavera in concomitanza con le elezioni regionali, con una fase commissariale di quasi un anno, per l’ennesimo ritardo che allungherà la lista delle occasioni perse, dei progetti non fatti, dei fondi europei non intercettati. Occasioni di sviluppo mancate da una politica cittadina incapace di esprimere una maggioranza solida e un governo stabile, che possa mettere al centro degli interessi, finalmente, la città.

 

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