Cè anche una video-lettera su you tube. Costretto dagli avversari a bloccare la sua rivoluzione, Bobbio imita Vendola e insegue il successo mediatico di Renzi. Il lunghissimo discorso agli stabiesi per raccontare la verità sugli ultimi mesi di governo, come appare dalla poltrona di sindaco, è anche su Facebook e il suo blog. Un fiume di parole recitato ai cittadini, come ormai fanno i big, per catturare audience e battere lantipolitica. Con i toni enfantici di chi definisce eccezionali i suoi risultati e si autoproclama il bene della città. E solo la copertina della campagna mediatica di Bobbio. Alla ricerca continua della ribalta nazionale, in questi due anni e mezzo di governo, il magistrato a riposo di personaggi ne ha incarnati molti. Dal classico sindaco-sceriffo alla De Luca al più originale investigatore che non disdegna di mettere le mani nella spazzatura pur di punire i colpevoli del sacchetto selvaggio. Una sola cosa conta: ogni momento deve finire nel clic di una macchina fotografica e consegnato, come un pacco regalo, direttamente al popolo. E questo il Bobbio-style condito da invettive al vetriolo contro chiunque non sia dalla sua parte. Aggettivi pesanti usati senza parsimonia per i nemici storici e per quelli che tradiscono. Ma anche per chi pensava di non finire mai nel tritacarne della sua comunicazione come il Soprintendente di Pompei o lassessore regionale Vetrella. Un linguaggio rubato alle trasmissioni alla moda con aggressioni e insulti da dare in pasto al pubblico.Una formula che sintetizza anche la parabola della sua esperienza amministrativa dai successi di San Catello in processione con il boss al flop delle foto su Castellammare, dopo un nubifragio. Dalle interviste su Rai 1 alla raffica di insulti firmati dal popolo di Facebook ormai pronto a rispondere attento ai trucchi mediatici colpo su colpo. In mezzo cè di tutto. Un polpettone dai tanti ingredienti non sempre ben assortiti. Si comincia alla grande, con lexploit sulle minigonne. Le prime interviste ai Tg nazionali per spiegare, minimizzare, accreditandosi come il politico senza macchia e senza paura. In due occasioni minacciato e per niente intimidito. E si continua con la processione di San Catello e lomaggio al boss. Lì tutti possono apprezzare come Bobbio grida allo scandalo per la statua del santo che si ferma sotto casa di un ergastolano, mentre il fotografo è fermo sotto quel balcone aspettando il momento in cui il vecchio camorrista si affaccia per salutare il Santo. Un mix tra religione e clan che funziona per Bobbio di nuovo intervistato dai Tg di tutte le reti come unico alfiere dellantimafia in una città permeata da omertà e compiacenza. Siamo allinizio della storia, poi basta scorrere le pagine del calendario per trovare le altre campagne, quasi una al giorno. Gli chalet dellAcqua della Madonna abbattuti finiscono sotto le luci del flash come il concreto risultato dei marciapiedi liberati, simbolo della vittoria sui parcheggiatori abusivi a Pozzano. Il fotografo di Bobbio è sempre lì. Non perde una battuta del canovaccio messo giù dal sindaco mese dopo mese. Presente anche quando si tratta di sequestrare il palco del Pd in Villa comunale più alto del previsto. E persino allalba, ore 6.40 del mattino, per contare quanti pendolari prendono lautobus per Torre Annunziata con lobiettivo di segnare un punto a favore di Bobbio nella partita contro Vetrella, da punire per avere pensato di riaprire la stazione delle Ferrovie dello Stato. Tutto finito come in un dossier delle forze dellordine, segnalato, datato, catalogato. Sotto la voce delle operazioni mediatiche decisamente fallite è archiviato il caso maltempo. Castellammare avrebbe retto al primo temporale di fine estate. E la tesi di Bobbio e del suo apparato al lavoro per dimostrare che tutto funziona. Troppo azzardato il tentativo. Le foto scattate a pioggia finita sono ridicolizzate dalle altre postate dagli stabiesi su fb e i vari siti internet. Girano ancora centinaia di immagini di un centro cittadino completamente sommerso dallacqua. Sono ben 80mila euro i soldi spesi dal comune per riparare ai danni che due maldestri scatti non sono riusciti a cancellare. Un errore pagato con una montagna di insulti e ironie che nemmeno la mano instancabile del suo staff, sempre pronta a cassare le critiche diffuse su internet, è riuscito a bloccare. Ma più di tutto, rovesciando la clessidra, il sindaco corre ora il rischio di nascere star e finire macchietta. Fotografato mentre prende a calci i venditori di cd o parcheggia lauto sul marciapiede, la sua corazza da eroe ha subito più di una ammaccatura. Fino al colpo di grazia assestato da giovani creativi che lo hanno eletto a protagonista ideale delle loro vignette. Ogni campagna mediatica termina prima o poi nel suo rovescio. E Bobbio-star a sipario abbassato, in un fuori onda, diventa la prima vittima di se stesso.