Roma, 6 dic. – “Quello che emerge dalle indagini in queste ore fa letteralmente schifo”. Matteo Renzi non usa mezzi termini ma chiarisce anche che “mi spiace che qualcuno tenti di far passare il messaggio che sono tutti uguali. Per me no: in Italia ci sono migliaia di persone per bene che ci rendono orgogliosi di essere italiani”. E allora, di fronte a “un sistema di potere corrotto, denari ai politici e non solo ai politici. Vale, come sempre, la presunzione di innocenza, per tutti. Ma vale anche l’auspicio che si faccia presto a fare i processi. Perche’ abbiamo il diritto di sapere chi ha rubato”. 

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Ma anche, scandisce il presidente del Consiglio, “credo che vada respinto con forza il tentativo di mettere tutti sullo stesso piano, come e’ stato fatto ingiustamente contro un galantuomo come Giuliano Poletti: prendere una tangente non e’ la stessa cosa che fare una foto a cena. Se passa questo vince chi dice che sono tutti uguali”. Nel frattempo e’ bagarre anche in Campidoglio, dove una pattuglia di deputati M5S ‘occupa’ l’Aula Giulio Cesare mentre tra i loro sostenitori e quelli della Lega si sfiora la rissa, in un confronto a suon di slogan e spintoni sempre nell’Aula del Consiglio comunale.

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“Io dico che non sono tutti uguali. Io dico che chi ruba deve essere giudicato e messo dentro, poche ciance. Nessuna scorciatoia, nessun buonismo, nessun compromesso”, insiste, sempre nella sua e-news, il premier. “Sono un garantista, puro e proprio per questo dico: ben vengano le indagini. Perche’ diciamo la verita’: se ci raccontiamo che l’Italia e’ uno dei paesi con il piu’ alto tasso di corruzione in Europa, poi non ci dobbiamo sorprendere quando si scoperchia il malaffare.

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Ben vengano gli scandali, dunque. Si’, avete letto bene: oportet ut scandala eveniant dicevano i romani (gli antichi romani, ma vale anche per i contemporanei). Piu’ vengono fuori questi scandali, dall’Expo al Mose fino a Roma, piu’ sara’ chiaro che questa e’ la volta buona in cui non si fanno sconti a nessuno. Nessun giudizio anticipato, ma nessuno sconto: questo e’ l’impegno del Pd”, aggiunge Renzi. Sono passati pochi giorni dalla scossa di terremoto che ha fatto tremare Roma aprendo una voragine sulla connivenza fra sistema mafioso e politica. Scossa che ha condotto all’arresto di 37 persone con oltre 100 indagati.

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Alle richieste di commissariamento, soprattutto da parte dei Cinque Stelle, si aggiunge quella di Silvio Berlusconi: “Sono convinto che l’unica soluzione accettabile sia quella di uno scioglimento immediato del Consiglio Comunale procedendo conseguentemente all’immediata convocazione di nuove elezioni per la citta’ di Roma”.

Diversa la risposta del presidente del Senato Piero Grasso e del ministro dell’Interno Angelino Alfano. “Per sciogliere un Comune ci vuole ben altro rispetto a quel che conosco io – ha detto Grasso -il Comune di Roma mi pare che sia al di fuori di queste tematiche, solamente alcuni sono coinvolti”. A Grasso fa eco Alfano, secondo cui il commissariamento di un Comune “e’ un procedimento molto complesso e bisogna andarci con i piedi di piombo. Il sindaco Marino non e’ coinvolto e aggiungo anche che la capitale d’Italia e’ una citta’ sana, non e’ marcia. L’attitudine del governo non e’ quella di punire la citta’ ma di aiutare le forze dell’ordine e la magistratura a fare si’ che vengano puniti i colpevoli”.

Intanto il sindaco Ignazio Marino risponde a tono sulla questione della foto che lo ritrae con Buzzi all’indomani della sua dichiarazione in cui sosteneva di non averlo mai incontrato: “E’ incredibile che mentre escono intercettazioni della mafia in cui si parla di farmi fuori, si cerchi di alzare un polverone su una visita pubblica, e relativa foto, fatta alla luce del sole”. Le foto che lo ritraggono a colloquio con Salvatore Buzzi, “sono state scattate durante la campagna elettorale”, ha spiegato il sindaco.

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