«L’amministrazione non poteva avere influenza su questa gara, il potere d’influenza da parte nostra era zero». Il sindaco di Roma Gianni Alemanno respinge le accuse relative all’inchiesta del pm romano Paolo Ielo su una commessa da 20 milioni di euro del 2009 per l’acquisto di 45 bus da parte di Roma Metropolitane, società del Comune di Roma. «A noi non risulta nulla di questa storia» ha aggiunto il sindaco in una conferenza stampa anticipando il ritorno dalla Terra Santa sabato pomeriggio. Questa vicenda, dice il sindaco, «non può riguardare la nostra amministrazione: il bando è di gennaio 2008, quando non si pensava che io vincessi al Campidoglio. Le offerte furono presentate il 28 aprile, a spoglio ancora non iniziato. Non avevamo alcun potere di influenza: la gara è stata bandita da Roma Metropolitane (società del Campidoglio, ndr), presidente della commissione era Federico Bortoli (ex ad della società, ndr)». E la «lobby romana» di cui parla d’Inca? Alemanno ribatte: «Quella frase è in una mail del 10 aprile 2008. Il rapporto con Breda Menarini è un subappalto, gestito dall’associazione temporanea di imprese (Ati) che si è aggiudicata la gara». Conclude il sindaco: «Mi candiderò, non torno indietro».
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