Meta Sorrento il silenzio assordante su ordinanza su hotel Giosuè a Mare della famiglia Tito. Sono passati quattro giorni da quando a firma di Fabrizio Geremicca sul Corriere del Mezzogiorno, inserto del Corriere della Sera in Campania, è uscita in primo piano, la pagina in comune con la provincia di Napoli, Salerno e tutte le altre, la notizia di un’ordinanza nel cassetto (cioè negli uffici comunali in attesa di firma) sull’albergo ristorante hotel Giosuè a mare di proprietà della famiglia Tito da giugno. Una notizia che avrebbe dovuto quanto meno far discutere o essere riportata, anche come ha fatto Positanonews che ha ripreso il pezzo di Geremicca, collega che conosciamo bene da anni per serietà, affidabilità e professionalità, invece notiamo che i giornali ed i siti internet in penisola sorrentina e oltre sinora hanno parlato solo delle bagarre locali, l’ultima sull’avvocato Di Capua che non si è presentato nella Giunta che disponeva il dimezzamento dello stipendio, evidente frutto di qualche battaglia interna, oppure su Carlo Sassi che attacca su tutti i fronti, mentre c’è chi fa parlare di tutto e di più sui candidati o presunti tali a Sant’Agnello e la stessa Italia dei Valori che denuncia ogni minimo particolare a Sorrento o Massa Lubrense e il Partito Democratico entrambi accomunati dalla battaglia per la legalità che non chiedono perlomeno chiarezza sull’argomento. Non tanto per i presunti o possibili ritardi ( i cambi negli uffici possono giustificarli anche se vi si aggiunge il problema del tecnico che dovrebbe far l’ordinanza anche a se stesso per un’altra vicenda stando a quanto riporta il Corriere ) ma per il fatto stesso che la famiglia dell’assessore, e l’assessore stesso, sono oggetto d’ordinanza. Mentre il sindaco Paolo Trapani preferisce il silenzio, che lo contraddistingue, e gli conviene visto che dietro di lui gli altri protagonisti si scannano fra di loro, Tito è comunque l’uomo forte della politica locale da tenere sotto controllo e così prima Graziano Maresca, che è in silenzio sia come politico a Meta sia come responsabile dell’ufficio a Piano da alcuni mesi, ora l’avvocato Di Capua sono gli elementi che fan da contrasto a Tito in attesa che si arrivi alle prossime elezioni del 2014 e raccogliere i cocci per ricomporre un’altra lista. Mentre sconcerta che la domanda di Tito al giornalista è quella di sapere “chi ha fatto sapere certe cose” ci sorprende che ancora non vi sia alcun tipo di reazione, ne interrogazione, neanche dalle opposizioni, come la Viggiano, finora la più coerente, o dalla politica metese, dalla stessa Stefania Astarita, mentre ci ha fatto rimanere sconcertati ancora di più il totale silenzio di giornali, siti, blog e quant’altro si dichiara fare informazione, dove si trova di tutto e di più, su questa vicenda quanto meno da approfondire, sia che vi sia qualche irregolarità, o che al contrario non vi sia alcuna irregolarità e sia tutto a posto, a livello locale.
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Michele Cinque