Mentre nel Rione Traiano la morte di Davide Bifolco, ucciso da un proiettile partito dall’arma di un carabiniere, ha già carnefici e vittime, le indagini continuano e si cerca di stabilire le reali responsabilità del militare. Il giovane 32enne ha raccontato oggi la sua versione ai magistrati durante un interrogatorio nel quale ha ripercorso i momenti dell’inseguimento e del fermo. “Ho visto quel ragazzo che tremava, mentre cadeva a terra – ha detto l’appuntato – ho provato a tastargli il polso”. Racconta nel dettaglio ogni attimo di quella maledetta notte: ”Sono inciampato”, afferma. “Perché avevo la pistola con il colpo in canna? Credevo fossero armati. Avevo nella destra la mia arma con il colpo in canna, e con la sinistra cercavo di bloccare il soggetto con il giubbotto rosso che stava per scappare di nuovo (l’amico di Davide, Salvatore Triunfo) “. L’intera vicenda è costantemente monitorata dal comandante provinciale Marco Minicucci. Il colonnello non risponde alle domande sul carabiniere, ma tiene a dire: “L’Arma tutta è sinceramente addolorata per la morte di Davide. E se la famiglia ce lo consente vorremmo personalmente rappresentare i nostri sentimenti di vicinanza”. Sono otto pagine, complessivamente, quelle al vaglio dei procuratori aggiunti Nunzio Fragliasso e Luigi Frunzio, che coordinano l’indagine del pm Manuela Persico che per ora procedono per omicidio colposo. Otto fogli per sbrogliare una complicata matassa e ricostruire la folle corsa di tre ragazzi finita con una pallottola mortale per Davide, 17 anni. Prima il racconto del 32enne; poi la testimonianza del suo caposquadra, che coincidono. “Voglio precisare che io non ho mai puntato l’arma contro quel giovane, né contro altri presenti” perché ribadisce, inseguiva “il fuggitivo”. E sull’identificazione del latitante potrebbe essersi consumata la beffa della terribile vicenda. Uno scambio di persona: sul motorino potrebbe non esserci Arturo Equabile, il ricercato, ma Enzo Ambrosio, 22enne incensurato. Lui stesso la mattina dopo la morte di Davide si è fatto avanti per dire che alla guida dello scooter c’era lui. Nuovi elementi utili alle indagini potrebbero arrivare dall’esame balistico e dall’autopsia sul corpo di David previsti per lunedì. Gli avvisi sono stati notificati all’unico indagato – l’appuntato 32enne della Radiomobile che esplose il colpo e nei cui confronti si ipotizza il reato di omicidio colposo – e ai familiari della vittima, che hanno la facoltà di nominare propri consulenti. I riscontri degli esperti saranno necessari per stabilire quale delle due contrastanti versioni sull’accaduto sia quella attendibile: il militare sostiene che il colpo è partito accidentalmente mentre cercava di bloccare il ragazzo, mentre alcuni testimoni e un altro giovane che era in fuga in sella allo stesso scooter, Salvatore Triunfo, affermano che il carabiniere avrebbe puntato l’arma e colpito alle spalle il 17enne. Le dichiarazioni di Enzo, 22enne incensurato, smentirebbero il fatto che alla guida di quel motorino, fuggito all’alt dei militari ci fosse un latitante.L’avvocato Fabio Anselmo, che rappresenta la famiglia di Davide Bifolco ha nominato il professor Vittorio Fineschi, della Sapienza di Roma, perito di parte per l’autopsia in programma domani mattina a Napoli. Tramite lo stesso Fineschi, il legale ha chiesto che, prima dell’esame autoptico, si proceda con una Tac ”come da protocollo internazionale”. Consulente balistico è stato nominato l’ingegner Marco Zonaro. Intanto l’avvocato Triunfo asserisce di aver raccolto la dichiarazione di un super testimone che acclarerebbe la volontarietà del gesto del carabiniere. Tesi, questa sostenuta dal legale. E nuovi elementi potrebbero emergere anche dal filmato di cui è in possesso. In queste ore, sono stati ascoltati Salvatore Triunfo ed Enzo Ambrosio che erano sul motorino con Davide quella tragica notte. Intanto si traccia il bilancio degli scontri e del blocco stradale di ieri. Non è sfuggita a qualcuno la presenza “pacificatrice” di alcuni “bravi ragazzi” del Rione, mossi dall’urgenza di ottenere la calma nel quartiere per far sì che il business delle piazze di spaccio potesse continuare tranquillamente e senza intoppi. Nelle ore precedenti, quando il corteo, bagnato dalla pioggia ha iniziato a disperdersi, gli animi hanno iniziato ad esasperarsi. Lungo il percorso lo spezzone, con oltre 500 persone, ha incrociato due auto in borghese delle forze dell’ordine, una delle quali finita nel mirino di alcuni manifestanti che hanno preso a calci la vettura e sfondato il lunotto posteriore. Gli organizzatori della manifestazione, tra i quali uno dei fratelli della vittima, hanno preso le distanze dal gesto. E’ seguito anche un breve blocco stradale degli abitanti del Rione. I manifestanti, prima della conclusione del corteo, hanno bloccato temporaneamente il passaggio auto all’altezza della rotonda tra Soccavo e Fuorigrotta.

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