Con la scomparsa di Schiavone, si chiude idealmente una pagina della storia giudiziaria del clan camorristico dei Casalesi, pesantemente colpito dalle indagini, istruite dai pm Lucio Di Pietro e Federico Cafiero de Raho, avviare dalle sue rivelazioni a metà degli anni ’90. In una delle sue rare interviste dichiarò “Abbiamo ordinato più di 500 omicidi” aggiungendo anche che “la camorra non sarà mai distrutta perchè ci sono troppi interessi”.
Restano aperti invece gli interrogativi legati alle sue dichiarazioni sullo sversamento abusivo dei rifiuti nel territorio campano.
“Gli abitanti di quelle zone rischiano di morire tutti di cancro entro venti anni. Non credo infatti che si salveranno: gli abitanti di paesi come Casapesenna, Casal di Principe, Castel Volturno e così via avranno forse venti anni di vita”, disse Schiavone sotto gli occhi della commissione bicamerale all’epoca presieduta da Massimo Scalia. Tutti gli episodi citati dal pentito sono stati esaminati in questi anni dall’autorita’ giudiziaria. Ma anche negli ultimi mesi, a seguito di alcune dichiarazioni pubbliche dell’ex esponente del clan di Gomorra, le indagini sono andare avanti.
il coordinamento del pm Antonello Ardituro (ora consigliere del Csm) del pool anticamorra di Napoli diretto dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, gli investigatori della Dia guidata dal primo dirigente Giuseppe Linares avevano accompagnato Schiavone ad effettuare sopralluoghi in alcune aree dove potevano essere stati svernati rifiuti. Ma dopo tanti anni, le ricerche si sono rivelate difficili: in alcune di quelle zone, oggi, sono stati costruiti palazzi.