Sabato 3 maggio, Roma. Viene ferito prima della gara tra il Napoli e la Fiorentina un giovane tifoso napoletano, Ciro Esposito. Una lunga agonia, poi la morte 54 giorni dopo. Esposito si spegne “per insufficienza multiorganica non rispondente alle terapie mediche e di supporto alle funzioni vitali”, spiegherà in una nota Massimo Antonelli, direttore del Centro rianimazione del Gemelli. A finire in carcere è Daniele De Santis, ultrà romanista. L’uomo avrebbe sparato ai napoletani che gli si avventavano contro prima di essere ferito. Lo sostiene la procura di Roma che nell’incidente probatorio ha ricostruito così la dinamica, confutando la maxiperizia del Racis che collocava gli spari dopo l’aggressione. A fine luglio, il sindaco de Magistris consegna la medaglia d’oro della città di Napoli al valor civile alla famiglia di Ciro Esposito. “Consegno questa medaglia nelle mani di Antonella, la madre di Ciro, perché ha avuto sin dal primo momento un comportamento esemplare. Oggi per tutti noi è un giorno solenne e da qui vogliamo lanciare un messaggio di vita, perchè Ciro vive in mezzo a tutti noi e nei nostri ricordi. Il suo esempio deve rimanere ben presente sempre, per tutto il Paese. Lui ha avuto un comportamento eroico, difendendo donne e bambini da un gruppo di criminali. La città attorno al suo nome e alla sua famiglia, si è unita sin dalle prime ore”. Pochi giorni prima, ecco spuntare un video inedito sulla morte del ragazzo: le immagini sono state girate da un tifoso napoletano a bordo di un bus fermo.

Fortuna Loffredo, 6 anni, muore il 24 giugno, apparentemente dopo essere caduta da un balcone nel Parco Verde di Caivano. L’autopsia però rivela una sconvolgente verità: la piccola nei mesi precedenti era stata vittima di abusi sessuali. In conseguenza ai risultati degli esami, la Procura di Napoli inizia ad indagare per omicidio volontario e violenza sessuale aggravata dall’età della vittima. Dubbi e sospetti erano sorti da subito per una serie di elementi anomali come il mancato ritrovamento, sul corpo della piccola, della scarpina destra. “Si tratta di un caso molto strano, nel quale tante cose non tornano. Chi sa, deve parlare. Davanti a Dio e agli uomini”, disse il parroco Maurizio Patriciello celebrando i funerali. A fine dicembre, viene arrestato per violenza sessuale ai danni di una 12enne un inquilino del palazzo del Parco Verde. Fonti della procura precisano però che non sono emerse responsabilità dell’uomo sottoposto a fermo per quanto riguarda le violenze sessuali nei confronti di Fortuna.

È un tranquillo sabato pomeriggio di inizio luglio quando Salvatore Giordano, 14enne di Marano, viene colpito da alcuni calcinacci caduti in via Toledo all’altezza della Galleria Umberto I. Immediato il ricovero al Loreto Mare, poi la morte qualche giorno dopo. Il ragazzo si spegne in seguito allo schiacciamento del torace e al grave trauma cranico subito. La Procura della Repubblica di Napoli emette 45 avvisi di garanzia. I reati ipotizzati sono omicidio colposo e crollo colposo. I provvedimenti, che portano la firma del procuratore aggiunto Luigi Frunzio e dei pm Stefania Di Dona e Lucio Giugliano, sono stati notificati agli indagati dai carabinieri della compagnia Napoli Centro. Tra i destinatari figurano tre funzionari dell’ufficio tecnico del Comune di Napoli nonché amministratori e proprietari di locali dell’ala della galleria interessata dal crollo.

Marano, 11 luglio. Una tranquilla serata con gli amici in piazzetta Arafat. Ma Giulia Menna, di soli 15 anni, viene travolta da un’auto guidata da un 20enne e perde la vita. Era seduta al tavolino di un “kebbabaro” ambulante che da anni, la sera, è il punto di ritrovo di tanti giovani del paese e dei paesi limitrofi. Una zona però, effettivamente, troppo poco controllata. Una serata come tante, con un epilogo devastante e drammatico. Insieme a lei, restano feriti altri due giovani in maniera non grave.

Nella notte tra gio­vedì 4 e venerdì 5 settembre, intorno alle ore 2.30, scatta un inseguimento in via Cin­thia, nel quartiere Tra­iano, tra un motorino Honda SH su cui si trovano tre persone e un’auto con due carabinieri del Nucleo Radiomobile di Napoli. I carabinieri intimano l’alt, ma i ragazzi non si fermano. Parte un proiettile dalla pistola di uno dei carabinieri che colpisce il quasi 17enne Davide Bifolco. Il ragazzo verrà portato all’ospedale San Paolo ma muore poco dopo il ricovero. Secondo la versione fornita dal carabiniere che ha sparato, sul motorino vi era anche Arturo Equabile, un ricercato che era scappato dagli arresti domiciliari (e poi arrestato). Quella notte, uno dei comandanti di squadra del Nucleo Radiomobile aveva segnalato alla pattuglia di turno in quel quartiere che il ricercato si trovava per strada su uno scooter di quel tipo. I carabinieri hanno dunque ordinato ai tre ragazzi di fermarsi, ma senza successo. Il colpo sarebbe partito dalla pistola impugnata con la mano destra mentre con la sinistra cercava di bloccare Salvatore Triunfo, uno dei giovani che erano sullo scooter assieme a Bifolco ed Equabile. Dato che Triunfo si divincolava, l’appuntato ha perso l’equilibrio e ha premuto il grilletto colpendo così Davide. Discutibile per molti la scelta della famiglia, pochi giorni dopo, di diffondere su Facebook tre foto shock del cadavere del 17enne. In due di esse è chiaramente visibile all’altezza del cuore un foro che sarebbe quello di entrata del proiettile esploso dal carabiniere che ha ucciso il ragazzo. A metà novembre, viene inaugurata dal sindaco de Magistris al Rione Traiano una aiuola in ricordo di Davide.
Pianura sotto shock. Un ragazzino di 14 anni e mezzo viene aggredito e ferito da un gruppo di giovani. In manette uno di loro, 24 anni, con l’accusa di tentato omicidio. Denunciati per concorso in tentato omicidio i suoi due complici, coetanei. All’interno di un autolavaggio di via Padula, dove Vincenzo si era recato per il suo scooter. Il ragazzo viene brutalmente aggredito, denudato e poi violentato con una pistola ad aria compressa. Qualche giorno più tardi, Vincenzo lascia l’ospedale e torna a casa. Per i medici, “potrà avere una vita normale”. Intanto Vincenzo Iacolare, ritenuto responsabile dell’aggressione, sarà processato il prossimo 27 gennaio. Le accuse: violenza sessuale e tentato omicidio.

Luigi de Magistris, primo cittadino di Napoli, viene condannato a un anno e tre mesi nel processo Why Not. Come previsto dalle legge Severino, arriva la sospensione il 2 ottobre. Qualche settimana dopo, la buona notizia: il Tar decide di inviare gli atti alla Consulta per non manifesta infondatezza della questione di legittimità costituzionale degli articoli 10 e 11 del decreto legislativo 235. In tal modo, dunque, viene sospesa l’efficacia del provvedimento fino alla Camera di Consiglio successiva alla decisione della Consulta. “Torno, con ancora più energia e passione, ad essere il sindaco, a tutti gli effetti, della mia amata Napoli”: queste le prime parole ufficiali del sindaco, affidate al profilo Facebook.

Si spegne a 46 anni la cantante-attrice trans Valentina Ok. L’artista era malata di cancro. A dare il triste annuncio, l’amico di sempre Alberto Selly: “Più che un collega ho perso un membro della mia famiglia”. La carriera di Valentina Ok iniziò nel ’96 con lo spettacolo teatrale “Gli angeli del Sud”. L’anno dopo, il suo brano di maggiore successo, “Ok”, aprendo la strada ad un nuovo modo di concepire la musica neomelodica. La canzone confluì, poi, nell’album “Il ritmo della tua città” e fu poi resa celebre in tv anche dall’imitazione di Rosalia Porcaro con il personaggio di “Natasha”.

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