E una guerra. Di nervi. Di strategie. E il giorno dell’udienza per l’incidente probatorio sulla scatola nera della Costa Concordia, naufragata il 13 gennaio davanti all’isola del Giglio. Il comandante Francesco Schettino è arrivato 20 prima dellinizio, passando da un ingresso secondario, al Teatro Moderno di Grosseto. Un passeggero della nave, che quella notte visse linferno assieme ad altre migliaia di persone, è salito sul palco per salutarlo, Schettino si è alzato in piedi e gli ha stretto la mano. Poi i due hanno scambiato due parole in attesa dellinizio delludienza.
Il giudice per le indagini preliminari, Valeria Montesarchio, sa di avere tra le mani un caso più spinoso che mai.Colpo a sorpresa. Schettino dà la colpa al timoniere
Udienza sospesa a Grosseto e il Gip Valeria Montesarchio in camera di consiglio per decidere su alcune eccezioni proposte da Francesco Schettino, tramite il suo difensore Bruno Leporatti. Schettino ha fatto chiedere al suo legale di estendere l’incidente probatorio sulla nave Costa Concordia al timoniere che, secondo la maxiperizia, non comprese un suo ordine di virata mentre veniva eseguito l’inchino davanti all’Isola del Giglio. Il timoniere, un indonesiano, è il prossimo indagato dell’inchiesta, ma la sua posizione si è chiarita dopo l’avvio dell’incidente probatorio nei mesi scorsi. Sempre la difesa di Schettino ha lamentato l’impossibilità di effettuare sopralluoghi sulla nave Concordia considerando che i luoghi sono stati modificati per l’operazione di rimozione del relitto. L’avvocato Leporatti ha sottolineato che in questo modo può utilizzare per la difesa di Schettino solo gli elementi di prova prodotti dall’indagine della Procura di Grosseto, che però ora sono irripetibili proprio a causa dei lavori per portare via il relitto. Al momento l’udienza è sospesa da oltre un’ora.
 Schettino: limputato disteso che sorride
Durante la pausa dell’udienza, il comandante Francesco Schettino si è alzato dalla sua postazione recandosi nel foyer del Teatro Moderno di Grosseto insieme ai suoi difensori, salutando chi incontrava e scambiando anche qualche frase. Schettino è apparso sorridente e più rilassato di come era stato visto durante l’udienza, che ha seguito con grande attenzione, ascoltando con il volto che mostrava serietà ma anche tradendo un po’ di tensione. Durante l’udienza ha scambiato più volte parole con il suo difensore, Leporatti, e i consulenti.naufrago: «Stupito dalla linea di Schettino»“Mi ricordo che eravamo a cena, una lunga attesa estenuante perscendere. Ho avuto un senso di abbandono da parte di tutti. Mi ricordo anche però tre giovani dell’equipaggio che con un’ascia hanno rotto la corda della scialuppa per permetterci di salire. Schettino? Rimango stupito dalla linea che ha condotto in questi mesi. Troppo spavaldo, mi aspettavo che fosse più sobrio”. Lo ha detto Luciano Castro, naufrago che quella sera del 13 gennaio riuscì ad imbarcarsi su una scialuppa pochi minuti prima dell’inclinazione della nave, a pochi metri da Punta Gabbianara, all’Isola del Giglio. “Non siamo morti soltanto per fortuna – dicono Ernesto Carusotti e la moglie Paola Falconi, due naufraghi di Roma che oggi sono arrivati al Teatro Moderno prima dell’inizio dell’udienza – Schettino ha le sue colpe, questo è indubbio, non doveva cambiare rotta.

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