Il villaggio preistorico di Nola, dal 2007 inagibile e sommerso da una falda acquifera profonda due metri, non sarà più sotterrato a inizio ottobre, come stabilito dalla Soprintendenza archeologica. A sospendere il progetto, una decisione avallata ieri in municipio da un tavolo tecnico durato più di tre ore. Intesa tra Regione, proprietaria del sito, e Soprintendenza.
“Dopo lunghe discussioni abbiamo raggiunto un’intesa. Lunedì partirà un piano di recupero con rilievi sul territorio, per presentare entro dicembre un progetto di tutela definitiva delle antiche capanne”. Così l’assessore regionale Eduardo Cosenza: il villaggio preistorico di Nola non sarà sotterrato.
Tempi stretti e compiti ripartiti, tre fasi. Così si è deciso nel vertice tra Regione (Cosenza e l’assessore Ermanno Russo), sindaco di Nola (Geremia Biancardi) e soprintendente (Elena Cinquantaquattro). Sarà prioritaria la conservazione e messa in sicurezza del sito.
La soprintendenza provvederà con una task force di archeologi subacquei a ricoprire con una sostanza chimica impermeabile le tre capanne sommerse preservandole dal fango della falda acquifera. Tutto con una spesa complessiva di 70 mila euro.
Contemporaneamente già da lunedì, la Regione darà il via con l’Arcadis (agenzia per la difesa del suolo) alla seconda parte del progetto, con una serie di studi e ricognizioni dell’area non scavata. In tre mesi verrà selezionato un perimetro da isolare (terza fase finale) con speciali paratie in alluminio o cemento. “La pavimentazione del sito è in tufo, quindi già di per sé impermeabile. Chiudendo lateralmente alcune sue zone, potremo dragarne l’acqua, rendendola in un futuro non troppo lontano anche accessibile ai turisti”, spiega Cosenza.
Per ora l’area, circa 1500 metri quadri, resta ancora interdetta al pubblico, dopo il sequestro della Finanza nel gennaio 2011 per il cedimento di una parete dello scavo a causa delle infiltrazioni d’acqua. Una situazione che potrebbe ripetersi con l’arrivo delle piogge autunnali.
“Prosciugare un’intera falda sotterranea è impossibile ed estremamente oneroso – conclude Cosenza – questo è un problema diffuso in tutta la Campania, soprattutto nell’area tra Caserta e Mercato San Severino. Con questo sistema potremo però salvare in maniera permanente interi siti di rilievo culturale. Anzi, non escludiamo che presto potremo utilizzare uguale tecnica anche in aree con problemi simili, come lo stesso anfiteatro romano a Nola”.