“La corruzione puzza, la società corrotta puzza e un cristiano che fa entrare dentro di sé la corruzione non è cristiano, puzza”. Lo ha detto papa Francesco nel suo discorso a Scampia, nella sua ottava visita pastorale in Italia. Il Papa ha detto “a braccio” che “se noi chiudiamo la porta ai migranti, se noi togliamo il lavoro e la dignità alla gente, come si chiama questo? Si chiama corruzione e tutti noi abbiamo la possibilità di essere corrotti. Nessuno di noi può dire ‘io mai sarò corrotto’. No, è una tentazione, è uno scivolare verso gli affari facili, verso la delinquenza dei reati, verso la corruzione”. “Quanta corruzione c’è nel mondo – ha aggiunto il Pontefice -: è una parola brutta, perché una cosa corrotta è una cosa sporca. Se noi troviamo un animale che è corrotto è brutto, ma puzza (il Papa ha usato il termine gergale ‘spuzza’), la corruzione puzza e la società corrotta puzza, e un cristiano che fa entrare dentro di sé la corruzione non è cristiano, puzza”. Al termine del discorso, Bergoglio ha anche invitato a “andare avanti nella pulizia della propria anima, nella pulizia della città, nella pulizia della società, perché non ci sia quella puzza della corruzione”.
“Scampia non è ‘terra di nessuno’, dalla quale sradicare ogni tipo di valore. Un territorio in mano alla cosiddetta microviolenza”. Dal quartiere napoletano di “Gomorra”, Papa Francesco ha voluto condannare la camorra: “Il male non abbia mai l’ultima parola. È la speranza, lo sapete bene, questo grande patrimonio, questa ‘leva dell’anima’, tanto preziosa, ma anche esposta ad assalti e ruberie. Chi prende volontariamente la via del male ruba un pezzo di speranza. Lo ruba a se stesso e a tutti, a tanta gente onesta e laboriosa, alla buona fama della città, alla sua economia”.
Bergoglio, secondo Pontefice ad andare a Scampia dopo Giovanni Paolo II nel 1990, dopo una breve sosta al Santuario mariano di Pompei, ha voluto subito abbracciare anche gli immigrati e i senza fissa dimora e ha puntato il dito contro la disoccupazione “che è un segno negativo dei nostri tempi. In modo speciale lo è la mancanza di lavoro per i giovani”. Per il Papa ciò “è segno che c’è una disfunzione grave nel sistema, e non si può andare avanti senza individuare bene questa disfunzione e fare i cambiamenti necessari. Il lavoro che manca ai giovani, in un quartiere come questo, ma in tante altre parti, è un grido, che sale forte e acuto. Con la mancanza di lavoro viene a mancare la dignità e la persona rischia di cedere a ogni sfruttamento”. Parlando a braccio il Papa si è scagliato contro il lavoro nero “una vera e propria schiavitù, uno sfruttamento” e chi fa questo, ha scandito Bergoglio con forza, “non è umano, non è un cristiano e se dice di essere cristiano è un bugiardo”. Francesco ha fatto l’esempio di una ragazza alla quale è stato proposto di fare 11 ore di lavoro a 600 euro a mese in nero. Appena 24 ore prima della visita del Papa a Napoli Le Iene aveva denunciato un caso di lavoro nero proprio di due dipendenti della curia partenopea.RADIO PIAZZA NEWS