Dopo tanti mesi di discussione e provvedimenti annunciati (ma che non ci saranno) nella nuova Legge di Stabilità pronta ad essere votata in Senato, tutto sembra nuovamente bloccarsi. Nessuna novità e secondo le ultime notizie per l’ennesima volta, nonostante le tante proposte di modifica e le tante ipotesi di cambiamento, anche quest’anno la questione pensioni si chiuderà con un nulla di fatto. Le uniche speranze restano per capire se saranno approvate ufficialmente le misure già passare e cioè abolizione delle penalizzazioni per chi va in pensione prima dei 62 anni e proroga dell’opzione donna fino al 31 dicembre 2015, decisa dall’Inps. Eppure ci sarebbero tutte le prerogative perché qualcosa cambi per la riforma pensioni Fornero.
Potrebbero essere approvati i piani di uscita anticipata discussi finora, visto che sono a costo zero, non richiederebbero risorse allo Stato ma soddisferebbero le richieste di forze politiche e sociali, eppure non ci sono; si potrebbe evitare che il tetto stabilito per le pensioni d’oro penalizzai tutti i pensionati, come potrebbe accade, semplicemente stabilendo una soglia; si potrebbe evitare la rivalutazione negativa delle pensioni, come in tanti hanno annunciato, eppure nulla su questo fronte si muove; e si potrebbe risolvere anche il caso dei quota 96 della scuola, visto che le risorse sarebbero disponibili e bisognerebbe comunque fare anche un ricalcolo degli interessati, che sarebbero certamente meno rispetto ai 4 mila iniziali visto che nel frattempo qualcuno è già andato naturalmente in pensione, eppure è un caso ancora aerto.E’ chiaro, dunque, come, viste le possibilità che ci sono, manca in realtà ancora la volontà politica di agire riformando le pensioni Fornero, lasciando tutto così com’è come ha ribadito spesso il ministro dell’Economia Padoan. E mentre il governo è fermo, tutti gli altri corrono. Corre la Lega con il suo referendum che chiede l’abrogazione totale della legge pensionistica Fornero e che sta riscuotendo parecchi consensi tra partiti politici e sindacati, spaccandoli a volte, e per cui, dopo il primo via libera della Cassazione, si aspetta che a pronunciarsi sulla legittimità del referendum sia la Corte Costituzionale. E la risposta della Corte dovrebbe arrivare entro la fine di dicembre. E insieme al primo concreto cambiamento che il sì definitivo al referendum dalla Corte Costituzionale rappresenterà, concrete sono anche le richieste che Ue e Fmi hanno posto al governo italiano sul taglio alle pensioni, vista l’altissima spesa pensionistica italiana.