Le ottomila assunzioni promesse dall’Ad di Poste Francesco Caio, e l’ennesimo endorsment di Sergio Marchionne – e di altri manager di imprese italiane – rappresentano per palazzo Chigi un altro segnale che tra gli investitori e’ tornata la fiducia, che la crisi e’ alle spalle.
Ma per agganciare la ripresa economica Matteo Renzi vuole accelerare sulle riforme. Mettere il turbo per sostenere il rilancio dell’economia. Ecco perche’ il messaggio spedito dal premier ai suoi e’ quello di non fermarsi: avanti sulle riforme – voto alla Camera previsto per sabato – e niente tentennamenti contro l’ostruzionismo. Il presidente del Consiglio dopo l’elezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica sperava in una ‘pax’ in Parlamento. Riteneva che Silvio Berlusconi sarebbe ritornato sui suoi passi, avrebbe evitato di sfilarsi dal processo costituente. Ma Forza Italia ormai da giorni ha cambiato atteggiamento. Seppur divisa al suo interno (questa sera Raffaele Fitto ha radunato i ‘suoi’ parlamentari per decidere la linea dei prossimi giorni sui prossimi provvedimenti), il partito azzurro ha imboccato la strada dell’opposizione dura e pura, stringendo un asse con la Lega di Salvini. Allo stesso tempo continuano i distinguo anche nel Pd, con Pier Luigi Bersani che aspetta le mosse dell’esecutivo sul decreto fiscale e soprattutto chiede modifiche sulle riforme e sulla legge elettorale. Un segnale del nervosismo si e’ registrato, per esempio, questo pomeriggio in Commissione agricoltura alla Camera dove i renziani sono insorti contro la decisione del ministro dell’Agricoltura, Martina, di non invitare nessun componente della Commissione ad un evento sull’Expo in programma sabato. Il presidente del Consiglio – impegnato oggi a definire con Alfano il pacchetto antiterrorismo -, pero’, spiegano i fedelissimi dell’ex sindaco di Firenze, non vuole “la palude”. E per questo motivo, nonostante la volonta’ sia quella di continuare la legislatura, sotto traccia resta sempre la minaccia di andare alle elezione anticipate. Magari a maggio, con ua sorta di election day, dopo l’aprovazione del’Italicum che, in caso di ‘inagibilita’ politica’ in Parlamento, verrebbe subito spedito nell’Aula della Camera. Si tratta chiaramente di una ‘extrema ratio’, ma anche di un segnale della determinazione del Capo dell’esecutivo ad andare avanti. L’obiettivo del presidente del Consiglio e’ quello di rispettare le scadenze sul programma. E’ in preparazione la riunione del Cdm del 20 febbraio, un appuntamento che mettera’ sul tavolo i cardini dell’Agenda 2015. In Parlamento, invece, il Pd lavora sempre ad allargare la maggioranza. Cercando anche di far leva su chi non vuole andare alle urne e procedere con le riforme. Fari puntati su palazzo Madama dove i renziani contano di recuperare altri voti e mettere in sicurezza i provvedimenti. Fari puntati anche sulla riunione di gruppo di domani di FI per capire le reali intenzioni del Cavaliere e quanto e’ unito il partito azzurro (oggi mancano in Aula molti parlamentari) e sulla direzione del Pd di lunedi’. La settimana prossima Renzi mettera’ sul tavolo il tema delle regionali (resta delicato soprattutto il ‘caso Campania’), ma potrebbe ribadire anche in questa circostanza che dopo l’intesa dem su Mattarella al Colle occorre marciare tutti uniti sulle riforme. “Se invece dovesse di nuovo spuntare la palude – dice un renziano – meglio anticipare l’Italicum e andare a votare…”. .Politica Italiana per radio piazza news