Trasformare il centro storico di Napoli da “uno sporco paradiso dalle bellezze mozzafiato” in una risorsa su cui investire, sul modello della riqualificazione di Berlino. E’ la strada tracciata da Hans Stimmann, direttore per lo sviluppo urbano e la ricostruzione del centro storico della capitale tedesca nel corso del convegno organizzato dall’associazione ‘Fare citta”, presieduta da Gianni Lettieri (Pdl), capo dell’opposizione in Consiglio comunale. “Napoli puo’ contare su un numero elevatissimo di edifici monumentali che continuano a vivere con le attivita’ della citta’”, ragiona Stimmann, che pur ricordando le analogie tra i due centri antichi, ne sottolinea le differenze nello sviluppo. “Dopo la Seconda guerra mondiale – spiega – la situazione di Berlino cambio’ drasticamente, mentre a Napoli l’industria scomparve e il centro divento’ simbolo di decadenza e criminalita’”. ‘Fare citta” riparte da una tavola rotonda di rappresentanti del mondo accademico e delle associazioni per raccogliere le prime proposte su uno dei siti riconosciuti dall’Unesco come Patrimonio dell’umanita’.
“Nelle prossime settimane – annuncia Lettieri – sul nostro sito partira’ un concorso di idee sul recupero del centro storico di Napoli, che ha un valore inestimabile, ma al momento e’ un pessimo biglietto da visita”. Al momento sul tavolo c’e’ il progetto di Regione e Comune, da finanziare con fondi europei.
“Sarebbe da criminali rompere l’armonia del centro antico con il restauro dei singoli monumenti – dice il docente della facolta’ di Architettura della Federico II di Napoli, Nicola Pagliara – il progetto di rigenerazione nascerebbe vecchio, perche’ si proporrebbe un recupero fine a se stesso”. La sua idea e’ invece quella di scegliere due o tre “poli attrattivi emblematici, non necessariamente collocati in edifici monumentali”, intorno ai quali ridare vita a tutta la zona, perche’ “occuparsi solo dei monumenti e’ un’operazione antistorica e un po’ razzista”.