Ieri una pattuglia della polizia è andata  nella sede del Giornale in via Negri a Milano, e ha prelevato il direttore Alessandro Sallusti, che è stato portato via dagli agenti tra gli applausi dei colleghi. Due funzionari della polizia gli hanno notificato il provvedimento di arresti domiciliari. Sallusti era stato condannato a un anno e due mesi. Scortato da un funzionario della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Milano e da uno della Digos, è stato caricato su un’auto scura seguita dalla sua scorta è stato portato nella sua abitazione milanese. Dopo circa 15 minuti è uscita Daniela Santanchè, che non ha rilasciato dichiarazioni. Sallusti arrestato per evasione. Dopo cinque minuti dall’arrivo a casa, Sallusti è subito uscito dall’abitazione, violando quindi gli obblighi domiciliari, ed è stato arrestato dalla polizia che lo ha portato in questura con l’accusa di evasione. Il provvedimento di detenzione domiciliare prevedeva che il direttore del Giornale potesse uscire ogni giorno dalle 10 alle 12. Sallusti verrà processato per direttissima in tribunale a Milano. Per il reato di evasione si rischiano una pena che va da uno a tre anni di reclusione. Il processooe  e stato celebrato nel pomeriggio: Sallusti e di nuovo agli arresti domiciliari ma nel  Giornale: vergogna. «Una follia» è il titolo a caratteri cubitali apparso sul sito de Il Giornale. «Vergogna – si legge nel sottotitolo – La polizia è entrata nella sede del Giornale durante la riunione di redazione per arrestare Alessandro Sallusti. Il direttore è stato portato via dagli agenti della Digos». L’appello di Feltri. «Da vecchio giornalista rivolgo un appello alle autorità giudiziarie di Milano affinché ci sia risparmiata l’umiliazione di assistere all’arresto di Alessandro Sallusti in redazione – aveva scritto il direttore editoriale del Giornale, Vittorio Feltri – Anche il nostro Giornale, come qualsiasi giornale, è simbolo della libertà di stampa e di ogni libertà: non sia trasformato in un luogo di inizio pena». Sallusti: la prossima riunione la farò da evaso. «La prossima riunione la farò da evaso» aveva preannunciato Sallusti ai colleghi della stampa intorno a lui mentre lo stavano prelevando. «La categoria abbia un sussulto». «Arrestato in un giornale… certo se questa categoria… Beh dovrebbe avere un sussulto, no?» ha detto Sallusti, che ha preparato tramite i suoi legali istanza di revoca del provvedimento degli arresti domiciliari. La proposta di scambio: io mi costituisco, voi non violate la sede del Giornale. Nella prima mattinata Sallusti aveva proposto uno “scambio” alle forze dell’ordine che devono eseguire l’ordine di carcerazione. Su Twitter ha postato:«Voi non violate la sede del Giornale, io mi consegno a San Vittore e poi fate quel che volete». Sallusti, ha motivato la sua decisione come una provocazione politica. «Mi costituisco io perché non voglio che venga violato il giornale – dice – Non “Il Giornale”, ma un quotidiano». Il giornalista, che ha passato la notte nella sede del quotidiano, era stato raggiunto in mattinata dalla compagna Daniela Santachè. «E’ ovvio che la mia è una provocazione politica – dice Sallusti – Qualcuno potrebbe dire: “Ma se stai lì dentro ti sottrai alla pena”. E allora io esco. Però non vado a casa. Vado a San Vittore. Che mi registrino lì. Poi mi porteranno dove vogliono». «Aspetto lavorando». «Ora vado in riunione, c’è un giornale da fare. Io attendo così – ha detto Sallusti ai vari giornalisti presenti prima che arrivasse la polizia – lavorando».e ha mantenuta la parola facendosi arrestare.

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