Non solo le Regionali nel mirino. Matteo Salvini aggiusta la mira e non risparmia nessuno: nè Flavio Tosi, che domani (sabato 14 marzo, ndr) annuncerà la sua corsa solitaria per il Veneto, nè il premier Matteo Renzi cui indirizza un avviso di sfratto ad horas. Ma la gittata è anche più lunga e l’obiettivo torna ad essere quello della leadership del centrodestra, ‘rottamando’ di fatto un ‘redivivo’ Silvio Berlusconi. “Bisogna guardare avanti – scandisce a ‘La Zanzara’ su Radio 24 – e avere Berlusconi leader del centrodestra sarebbe come tornare indietro”, chiude ogni discorso. Poi, dopo un paio di colpi messi a segno anche sul mondo del calcio (Inzaghi, Balotelli e Muntari), torna a guardare alle beghe interne della Lega e a Flavio Tosi e ai parlamentari che decideranno di seguirlo fuori dalla Lega, rivolge un solo e sbrigativo pensiero: “Auguri”. Qualsiasi strada prendano. Salvini, insomma, mostra sostanziale indifferenza verso il sindaco di Verona – ma “senza rancore” – al termine del primo Consiglio federale riunito, dopo la clamorosa rottura di martedì, per discutere le iniziative in vista delle Regionali. Tosi non è più nella Lega, e sabato riunirà i suoi sostenitori proprio a Verona per spiegare come e perchè si candiderà alle Regionali in Veneto, anticipando che comunque andrà “da solo”. Salvini, il segretario accusato dall’avversario di velleità da “dittatore”, mostra di non curarsene più di tanto. E spinge, anzi, i suoi a concentrarsi su un bersaglio classico: il premier Matteo Renzi e i candidati del Pd, perché “se vinceremo in qualunque Regione super-rossa, come la Liguria e la Toscana, qualcuno a Palazzo Chigi se ne dovrà andare”. Ancora una volta prematuro, per Salvini, chiarire con che alleanze voglia andare allo scontro elettorale. Unica certezza, l’appoggio di FI in Veneto, che resta lo snodo cruciale del suo progetto di leadership: il risultato di Luca Zaia, il governatore leghista in cerca di riconferma, sarà un giudizio anche sulle strategie di Salvini. “Se Tosi si candida? Gli facciamo gli auguri ma poi – la secca considerazione del segretario in conferenza stampa – sceglieranno i veneti fra i due competitori, che sono Zaia e la Moretti”. Non altri, perchè “tutti i sondaggi dicono che Zaia è davanti, e nella peggiore delle ipotesi, se si dovessero candidare tutti quelli che appaiono sui giornali, è avanti di 8 punti”.

Sabato e domenica Salvini sarà in Veneto per un tour pre-elettorale a sostegno del governatore, proprio mentre Tosi avrà la scena a Verona. Il duello ora è a distanza. “Provo fastidio – si è inserito il presidente della Lombardia, Roberto Maroni – a leggere dichiarazioni polemiche nei miei confronti di qualche (ex) leghista veneto che non sa nulla di quanto è accaduto davvero in queste settimane, di quello che ho tentato per evitare la rottura tra Matteo e Flavio, dei miei colloqui con Tosi, delle proposte di soluzione (ragionevole) che ho avanzato ma che (purtroppo) non sono state accettate”. Si vedrà nei prossimi giorni quali saranno le conseguenze politiche di questo mancato accordo. Intanto in casa Lega si stanno studiando azioni clamorose per tenere alta l’attenzione in campagna elettorale (Salvini ha contestato come “demenziale” la scelta di aprire il urne il 31 maggio “in mezzo a un Ponte per far andare a votare meno persone possibile”). La prima, l’11-12 aprile, quando la Lega Nord organizzerà in “almeno mille piazze di tutta Italia” banchetti per invitare i cittadini a compilare i moduli per la richiesta di asilo politico “come quelli distribuiti a chi sbarca a Lampedusa”. Lo slogan sarà “Anch’io sono un profugo” e l’invito è di “presentarsi senza documenti” per chiedere poi ai prefetti gli aiuti dati dallo Stato agli immigrati.

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