Saviano – Nacque nei pressi di Saviano <<nell’allora masseria De Giulio>> da un’umile famiglia di agricoltori. Ben presto si dedicò ad apprendere l’arte della campagna.  Tornò alla casa del Padre il 24 febbraio del 2020, dopo essere stato uomo onesto, marito fedele, padre affettuoso, nonno premuroso.  86 anni di un’esistenza limpida e onorata: non si sa se ammirare più l’uomo o il marito, il padre o il nonno. IL PENSIERO – Il suo pensiero era nelle sue parole: diceva ciò che pensava, sempre nel rispetto della regola delle 10 P Prima Pensare  Poi Parlare Perché Parole Poco Pensate  Portano Pena Non apparteneva a nessuna corrente politica (il suo partito era quello della coscienza pulita). Non aveva scritto né poesie né romanzi, ma le sue parole sapevano di bucato, nel senso che erano belle, pulite, originali, fresche e sempre condite da un sottile umorismo che spesso faceva sorridere (non ridere). LE OPERE – Sono disseminate nei campi, in un raggio di dieci km dalla sua abitazione. E’ lì che aveva il suo posto di lavoro, dal mattino (un’ora prima dell’alba) la sera (un’ora dopo il tramonto). Lavorava a più non posso, ma senza essere schiavo del lavoro. Sapeva pure dire “Basta” quando doveva dedicare il suo tempo ad altro, come quel giorno d’inverno, freddo e uggioso, quando sua moglie alle 10 del mattino lo cercava nei campi, credendo avesse già fatto tre ore di lavoro; e invece lo trovò a casa con mio padre, seduti vicino al caminetto. ” Gli sto facendo compagnia” fu la spiegazione. In quel momento era più importante coltivare l’amicizia che coltivare le piante. Era sempre allegro: il mattino, quando andava nei campi, e a sera, quando tornava a casa, allegro come i personaggi del sabato del villaggio. La sua contentezza non era alla fine del mese o alla fine dell’anno, non coincideva con i soldi o con il raccolto. La sua contentezza era alla fine della giornata, solo per il fatto  che aveva lavorato, e gli piaceva tanto farlo! Ecco perché ho scelto questa foto, che gli scattai di nascosto, perché così lo voglio ricordare, spontaneo. Non so quando è stata fatta, non so quanti anni aveva in quella foto, ma che importa? Lui è stato sempre così, era così cinquanta anni fa, era così l’ultima volta che l’ho visto, 14 giorni prima che rendesse l’anima a Dio. Il giorno prima  dell’Addio mio fratello, suo medico curante, mi disse “Giacomino è grave, vai a trovarlo”. Forse mi mancò la forza, forse mi mancò il coraggio… ahimè! Non avevo fatto il conto con il tempo. IL TEMPO! Questo Dio nemico che travolge tutto come un fiume in piena e va verso il mare, verso l’Eternità. Non ha lasciato tracce negative nella Natura: se volessimo calcolare la sua impronta ecologica, sarebbe sicuramente a impatto zero. Oggi si parla tanto di abilità, conoscenze e competenze, ma lui, nel suo mestiere, queste doti le hanno sempre possedute: ABILITA’; era tanto abile e scatenato in campagna quanto gentile e educato con tutti. CONOSCENZE: le ha sempre possedute, acquisite già in tenera età, figlio d’arte; COMPETENZE: ne aveva da vendere. Sapeva risolvere sia problemi complessi sia nuovi, ma lui, oltre al fare e al saper fare, aveva anche un’altra dote; il VOLER fare. Sì, la VOLONTA’ che è motrice e promotrice di tutte le cose. E’ stato uno degli ultimi esponenti di un mondo che va scomparendo, un mondo che metteva al primo posto il Dio Trino e non, come oggi, il Dio quattrino. Purtroppo mi dispiace non aver potuto affidare a un’opera più duratura il ricordo di tante virtù. “RINGRAZIAMO IL SIGNORE PER AVERCELO REGALATO”.

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