Non gli assomigliava affatto, eppure andava dicendo in giro di essere Marco Di Lauro, il ricercato numero uno tra faide vecchie e nuove alle porte di Napoli. Nessuna somiglianza, ma aveva un mandato: far girare il nome del figlio latitante del padrino di Secondigliano, mostrarsi anche da un punto di vista fisico, dare corpo al piano.
E su quale sia il piano, gli investigatori non hanno dubbi: riprendersi Secondigliano, tenere gli scissionisti lontano da Napoli, alle porte della città che deve tornare nelle mani dei padroni di un tempo: il clan Di Lauro, appunto.
Un piano militare – a colpi di morti ammazzati, neanche a dirlo -, che passa anche attraverso sofisticate strategie di comunicazione. Ed è così che si spiega un episodio rimasto fissato sul taccuino della polizia giudiziaria, dopo un blitz messo a segno in un ristorante lo scorso 26 marzo.