Il Comitato civico nolano festeggia otto anni di attività e promuove un’assemblea pubblica per aggiornare la cittadinanza sulle ultime vicende legate alla battaglia per l’acqua pubblica. L’appuntamento è per lunedì 21 gennaio alle ore 19 presso la sala Renzullo in Piazza Collegio. A tenere banco nelle ultime settimane l’accordo siglato dal Comune con Gori ed Ato3, che non sta riscuotendo particolare successo tra gli utenti nolani visto il numero alquanto sparuto di adesioni riscontrate finora. sul fronte giudiziario attese a breve due importanti sentenze: una, in sede amministrativa, dal Consiglio di Stato chiamato ad esprimersi dopo la vittoria dei Comitati al Tar che aveva sonoramente bocciato l’illegittimo aumento tariffario votato dai sindaci nell’agosto 2011, l’altra, in sede civile, sull’inesistenza di qualsiasi rapporto contrattuale tra utenti e Gori. “Ad oltre un anno e mezzo dalla vittoria dei referendum – sottolineano i rappresentanti del Comitato – lamministrazione a parole continua a dichiararsi favorevole allacqua pubblica ma, invece, non promuove alcuna iniziativa per mettere fine al disastro Gori, addirittura sostenendo aumenti delle tariffe e provvedimenti scandalosi come la delibera SalvaGori, in base alla quale la Regione Campania avrebbe dovuto abbonare alla SpA 157 milioni di euro. Non servono nuove leggi – denunciano gli attivisti – basterebbe la volontà e la coerenza degli amministratori”. Il Comitato, inoltre, rilancia le ragioni degli utenti che, oltre al ritardato invio della fatturazione e allapplicazione di nuove tariffe senza comunicazione, avanzano numerose critiche: scarsa qualità dellacqua e pressione insufficiente; mancanza di manutenzione e servizi fognari in ampie zone della città; tariffe eccessive, in cambio di servizi inadeguati; procedure di distacco selvagge ed irregolari; assenza di qualsiasi forma di pubblicizzazione sulle agevolazioni per le fasce sociali disagiate.
La mobilitazione si allarga anche sul piano nazionale con iniziative di protesta in tutta la penisola contro il nuovo “metodo tariffario transitorio”, approvato il 28 dicembre scorso dall’Autorità per l’Energia elettrica ed il Gas. “L’ennesima negazione dei referendum – si legge in una nota del Forum italiano dei movimenti per l’acqua – con cui 27 milioni di cittadini si erano espressi per una gestione dell’acqua pubblica e fuori dalle logiche di mercato. Già il Governo Berlusconi, solo due mesi dopo i referendum, aveva varato un decreto che, reintroducendo sostanzialmente la stessa norma abrogata, avrebbe portato alla privatizzazzione dei servizi pubblici locali. Tale decreto è stato poi dichiarato incostituzionale. In egual modo l’Autorità vara una tariffa che nega, nello specifico, il secondo referendum sulla remunerazione del capitale e lascia che si possano fare profitti sull’acqua, cambiando semplicemente la denominazione in costo della risorsa finanziaria ma non la sostanza. Il nuovo metodo tariffario metterà ulteriormente a rischio gli investimenti indispensabili per il servizio, aumentando il rischio nel reperimento delle risorse finanziarie”.

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