La crociata è partita due mesi fa: mai più di domenica. La singolare unione tra Confesercenti, Federstrade e Cei, la Conferenza episcopale italiana: insieme, il 25 novembre, hanno dato il via a una raccolta di firme perfino sui sagrati delle chiese. Obiettivo fermare le liberalizzazioni del governo Monti in tema di aperture dei negozi. «Abbiamo già raccolto più di quattromila firme a Roma – racconta il presidente di Confesercenti Valter Giammaria – e altre decine di migliaia a livello nazionale. Vogliamo arrivare alle 50 mila firme che servono per la petizione popolare: le piccole e medie imprese non possono aprire 365 giorni l’anno, senza il rispetto delle domeniche e delle festività civili e religiose. Le competenze su queste norme devono tornare alle Regioni».I commercianti lunedì 28 saranno in piazza con le piccole imprese per chiedere più attenzione e aiuti in una situazione drammatica, ma resta la domanda se in una città come Roma aprire i negozi la domenica, anche fuori dalle zone turistiche, sia un’opportunità per clienti e negozianti oppure no. Qualche domenica fa ha apposto la firma sotto la petizione salva-domeniche anche Gianni Alemanno. Banchetti sui sagrati delle chiese e gazebo nelle principali vie commerciali: la raccolta prosegue su via Portuense. Poi si passerà a via Tiburtina, piazzale delle Province, sull’Appia e sulla Tuscolana e a via Candia. E firmano in molti «non solo commercianti o commessi – spiega Valter Giammaria – anche i consumatori. Se si continua così si arriverà alla chiusura di migliaia di piccole aziende: nel 2012 hanno già chiuso 4000 negozi».

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