“Terra dei Fuochi: l’azione di controllo deve continuare senza sosta. Noi andiamo avanti”. Così il Governatore della Campania Stefano Caldoro rilancia in un tweet il monitoraggio delle aree contaminate. Alcuni giorni fa l’Agea (agenzia per le erogazioni in Agricoltura) aveva annunciato lo stop dei controlli.
I prelievi dei siti ritenuti a rischio erano iniziati solo lo scorso 12 maggio allo scopo di creare una classifica in base al grado di contaminazione: col numero 1 le meno inquinate, col numero 5 quelle più contaminate. Ma poi tutto è stato fermato dopo pochi giorni. Tutto fermo, tutto da rifare. Forse ci sono riifuti radioattivi e allora deve cambiare il metodo di ricerca e classificazione.
Qualcosa che, chiaramente, ha fatto infuriare cittadini e comitati in difesa della salute e dell’ambiente. Qualcosa di inaccettabile. “Una presa in giro” aveva tuonato Don Maurizio Patriciello su facebook. “Adesso bloccano quel poco che stavano facendo? Niente più prelievi di terreni per verificare il livello di contaminazione. Perché? Per cercare rifiuti radioattivi. E le due cose non potevano andare insieme? E questi signori superesperti non avrebbero dovuto sapere già da prima che occorreva fare questa operazione?” aveva scritto il parroco “anti-roghi” di Caivano, aggiungendo qualcosa di terribilmente vero: “Qui si muore, questo è il vero dramma”.
La Regione, però, rilancia: i monitoraggi devono proseguire e così gli assessori all’Ambiente e all’Agricoltura Romano e Nugnes scrivono una lettera all’Agea (riportata anche dal Corriere del Mezzogiorno) in cui sottolineano che